Il giorno 30 maggio 2018, presso la sala conferenze della Pubblica Assistenza di Siena, si è svolta, nell’ambito della Sagra “C’ero anch’io ad Abbadia Isola, una riunione scientifica – aperta alla cittadinanza e ai soci dell’Associazione Senese per la Prevenzione del Carcinoma Colorettale – in cui i relatori Dott. G. Marotta e Dott. A. Bucalossi dell’Unità Operativa Complessa di Terapie Cellulari e Officina Trasfusionale dell’AOUS hanno riferito sull’interessante argomento del trapianto di midollo osseo nelle malattie ematologiche e non.

I relatori si sono soffermati sulla classificazione delle cellule staminali – che sono le cellule che vengono introdotte con il trapianto e che poi diventano le nuove cellule ematologiche del soggetto  trapiantato – differenziandole in cellule totipotenti, in grado di formare un qualsiasi tessuto, cellule pluripotenti, capaci di trasformarsi in particolari organi e tessuti e cellule uni potenti, che possono differenziarsi in un solo tipo di tessuto.

Interessante anche la presentazione delle differenze fra cellule staminali presenti nel cordone ombelicale, quelle del midollo osseo e quelle del sangue periferico.

E’ intervenuto nella discussione anche il Direttore dell’U.O.C. Immunoematologia e Medicina Trasfusionale  Dott. G. Campoccia, che ha spiegato in modo estremamente semplice la metodica per il prelievo delle cellule staminali nel sangue periferico.

Un solo accenno è stato fatto a proposito dell’utilizzo delle cellule staminali presenti negli embrioni, per i gravi problemi etici che sollevano.

La disquisizione è continuata e ha riguardato sia la biologia del trapianto osseo che le indicazioni cliniche soprattutto per quanto riguarda la terapia delle leucemie acute non rispondenti ai trattamenti chemioterapici classici e altre patologie neoplastiche deffuse di organi solidi che vedono oggi, nel trapianto di midollo, l’unica soluzione valida per diminuire la mortalità eccessivamente elevata.

Si è accennato altresì anche ad alcune malattie dermatologiche autoimmuni, quale la sclerodermia, che possono giovarsi anch’esse del trapianto di midollo osseo.

Interessante è stata anche la puntualizzazione fra trapianto autologo e allotrapianto: il primo – che è il trapianto da soggetti perfettamente compatibili – può essere effettuato senza nessun problema di “rigetto”, mentre per il secondo si devono rispettare dei parametri, in particolare il sistema HLA dell’ospite deve essere compatibile con quello del donatore.

Comunque dalla discussione è parso evidente che a tutt’oggi qualsiasi allotrapianto è possibile perché particolari tecniche lo rendono quasi sempre compatibile.

I relatori si sono anche soffermati sul problema della malattia “graft versus host (GVHD)”, che corrisponde praticamente al ben noto “rigetto” dell’organo dopo trapianto, anche se è all’opposto perché, in questo caso, è l’organo trapiantato (cioè il midollo osseo) che rifiuta l’organismo; ne hanno delineato le caratteristiche sintomatologiche nelle loro diverse sfumature e il trattamento medico.

Un accenno è stato poi fatto a proposito del futuro della trapiantologia del midollo osseo, trattando della cosiddetta “medicina rigenerativa”, che permetterà di ricostruire organi compatibili senza attendere la presenza di un donatore più o meno compatibile.

Su nostra richiesta i relatori hanno rilasciato alla nostra associazione l’attività svolta dall’Unità Operativa Complessa di Terapia Cellulare e Officina Trasfusionale dell’AOUS dall’anno della costituzione fino a tutto il 2017, attività sintetizzata in tre diapositive che vengono postate sul nostro sito, affinché i soci e chi può essere interessato ne prenda visione.

La conferenza è stata seguita con attenzione da un pubblico veramente numeroso, che alla fine ha rivolto ai relatori tante e interessanti domande.